
Ho da poco assistito ad un webinar di aggiornamento della mia professione organizzato da una grande azienda che si occupa di sviluppare piattaforme informatiche a supporto del lavoro del consulente finanziario. Durante questa lezione telematica veniva sottolineata la complessità del calcolo del rischio a differenza di quella del rendimento atteso.
Proprio per far fronte a tale complessità di calcolo, gli sviluppatori della piattaforma hanno proposto non uno ma ben nove diversi indicatori per il calcolo del rischio di perdita; alcuni semplice altri derivanti da complicate formule matematiche ma tutti sapientemente calcolati dalla potente piattaforma in questione.
A questo punto però sorge spontanea una domanda. Ma poiché il calcolo del rischio è un problema complesso siamo certi che sia necessaria una soluzione complessa? Questa osservazione mi è scaturita in seguito alla lettura di un avvincente libro suggeritomi da @AlessandroPedone che ringrazio, dal titolo “radical uncertainty” di John Kay e Marvyn King.
In realtà qualsiasi tentativo di misurare il rischio, per quanto complesso, è basato su dati storici di fatti già avvenuti. Quindi in sostanza lo scopo di questo calcolo sarebbe quello di renderci più preparati per affrontare nuovamente quello che è già successo ma in maniera più efficiente.
Ma il problema è che il rischio è esattamente quello che rimane dopo aver preso tutte le contromisure, dopo aver soppesato attentamente quello che pensiamo possa accadere. Il problema è che non siamo per niente bravi a prepararci per qualcosa che non possiamo nemmeno immaginare.
È un vero peccato perché “qualcosa che non possiamo nemmeno immaginare” è esattamente ciò per cui dobbiamo essere preparati. Non è l’auto che vedi arrivare che ti ucciderà… è quella che non vedi. Peccato, vero?
Sia chiaro: il punto non è coprirsi con il pluriball e chiudersi in casa. Né è quello di creare un’assicurazione specifica basata sugli eventi per tutti i possibili scenari peggiori.
Il punto è semplicemente promuovere la resilienza generale. Soluzioni semplici come un fondo di emergenza; perché le emergenze accadranno. E quando lo fanno, la resilienza generale fornisce un margine di sicurezza. Questo è ciò che ci proteggerà da ciò che non abbiamo mai visto arrivare… non cercare di predire il futuro. E certamente non il pluriball.